PADRE NOSTRO

Padre nostro che sei nei cieli
sia santificato il tuo Nome
venga il Tuo Regno
siatta la Tua volontà
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male
Amen


...E NON ABBANDONARCI ALLA TENTAZIONE

Il progetto di formazione spirituale pensato da don Alberione per ciascun membro della Famiglia Paolina si apre con la tappa dedicata al Padre, chiamata anche Via Purgativa. Continuamente egli ha esortato i suoi figli alla conversione, a una vita di santità, a diventare strumenti di santificazione per il mondo: «Facciamoci santi, essere santi vuol dire non possedere una fibra che non appartenga a Dio, non un istante della giornata che non sia speso per Dio... dare tutto a Dio mediante l’amore in unione di mente, volontà, cuore». Così nella sua vita Gesù ha continuamente fatto riferimento al Padre, alla sua volontà, al suo Regno. Pensiamo alle innumerevoli parabole per raccontarlo! Alla Sua Misericordia in un abbandono fiducioso nelle Sue mani, fino alla consegna totale di sé. Nella preghiera del Padre Nostro Gesù ci lascia la sintesi del suo messaggio, l’essenza della sua predicazione. Nel suo ultimo libro ...e non abbandonarci alla tentazione, edizioni Elledici, don Vito Spagnolo (Delegato del nostro Istituto dal 2005 al 2017) commentando frase per frase la preghiera, ci introduce alla perfetta circolarità della relazione filiale. Parte dalla persona che santifica il Nome di Dio, attende il Suo Regno e fa la Sua Volontà, e arriva al Padre che nutre come pane, perdona e non abbandona, libera dal male. “Fare la volontà di Dio” non significa obbedire a una legge astratta, ma è il vivere le conseguenze di una relazione personale, come quando amiamo una persona, e non desideriamo altro che fare ciò che le piace, di agire per la sua felicità. “Venga il tuo Regno” è ritenuta dagli esegeti la frase-chiave della preghiera, perché tutto il messaggio del Vangelo è incentrato su questo tema: l’arrivo del Regno e l’urgenza di entrarvi. Così il bisogno quotidiano di pane e di perdono, di aiuto e di soccorso nella tentazione sono esperienza del credente di tutti i tempi.




Lo attestano le numerosissime citazioni bibliche, le frasi tratte dagli scritti di santi, i racconti dei Chassidim e Non mancano le motivazioni che hanno indotto i vescovi italiani a cambiare l’espressione «e non indurci in tentazione» in «e non abbandonarci alla tentazione». La nostra vita non può essere esente da prove e il nostro progresso si compie attraverso la tentazione. Nessuno può conoscere se stesso se non è tentato, né può essere coronato senza aver vinto, non si può vincere senza combattere. La preghiera del Padre Nostro si apre con il riferimento a Dio e si chiude con quello a Satana. L’uomo è lì in mezzo, conteso ma non lacerato: egli vive il dramma di una scelta continua doverosa e anche rischiosa. Ma sempre è sorretto dalla stupefacente confidenza di potersi rivolgere direttamente e familiarmente a Dio chiamandolo “papà”. «È inutile che ti accanisci in superficie: è il cuore che deve capovolgersi. Non devi nemmeno cercare innanzitutto di amare Dio, ti basta capire che Dio ti ama»
(O. Clement).

Rosaria G. ( Recensione del libro )